Il tempo per sé ai tempi del lockdown
Ascolta “The time is now” – Moloko
È iniziata la fase 2 della fase 2.
Gradualmente si riprende a uscire, molte attività commerciali ripartono e molti uffici riaprono le loro sedi, ma le scuole restano chiuse e molte persone, soprattutto donne, si ritrovano a dover prolungare lo smart-working (che di smart ha ben poco) per rimanere a casa con i figli.
Ci troviamo nel bel mezzo di un dilemma per due ordini di motivi.
- Il lockdown ha reso un miraggio il concetto stesso di tempo libero perché il prolungato periodo di stasi a casa ci rende esauste, ci porta una nuova stanchezza che prima non conoscevamo: siamo sature di tutto.
- In questi mesi abbiamo vissuto, continueremo a vivere, con una percezione spazio-temporale decisamente alterata, il tempo più che libero è diventato il tempo che non basta mai.
Non sai come, ma ti svegli e ti trovi a indossare il pigiama e stendere un velo spesso di crema sul viso e già una nuova giornata riparte senza il momento di transizione dello spostamento, dell’accompagnamento a scuola, del caffè al bar. Strano, molto strano. E tutto si mescola, la giornata diventa liquida e non riesci a darle una forma. Hai provato fino a oggi diverse “routine” che ogni settimana sono state sostituite da un’altra apparentemente più efficace. Tempo libero e tempo produttivo non hanno più dei confini fisici e temporali, è solo tempo.
Come conciliare in questo quadro l’esigenza di avere una “stanza tutta per sé”, Come fare per ritagliarsi un angolo, un momento in cui lasciare davvero che il mondo esterno ci passi accanto inosservato?
La parole d’ordine è, guarda caso, “organizzarsi” che in realtà è un verbo conosciuto benissimo da queste parti, vero? Ma proprio perché ingabbiati dall’emergenza del corona virus e senza uno spazio temporale definito ci dimentichiamo due cose fondamentali:
- Tempo libero vuol dire anche concedersi del tempo per sentire le proprie emozioni.
- Tempo libero vuol dire avere ben chiaro che l’equilibrio mentale ed emotivo è molto più importante di qualunque altra cosa e mai come adesso.
Come fare, allora? Proviamo a stilare un elenco di impedimenti e le possibili soluzioni, ovvero elaborando una serie di indicazioni che condurranno all’obiettivo di ritagliarsi del tempo per sé, durante il quale fare quello che più ci va, anche nulla.
Iniziamo…
1. La didattica a distanza e lo smart-working
L’assunto mentale dal quale partire è che siamo a casa nostra, cercando di lavorare, durante una crisi. Lo stesso vale per i nostri figli.
Alternativa praticabile: stabilire dei confini.
Individuate, per iniziare la vostra giornata lavorativa, tre attività che reputate “cruciali”da svolgere, una volta che la missione è compiuta, potere dedicarvi ai compiti meno importanti; fate in modo che ognuno dei componenti della casa abbia un suo spazio, anche minimo. Soprattutto nel caso della didattica a distanza. Se avete figli piccoli, cercate di organizzare il loro spazio come se fosse un gioco, usate la vostra creatività. Come? Con dei cuscini, delle coperte in modo da costruire una sorta di mini-mondo avventuroso (una tenda nel deserto, un grotta inospitale…). Tra un blocco di lavoro e un altro, fate delle pause per scambiare due chiacchiere con i vostri figli o con il partner, sincerandovi che tutto proceda per il meglio. Non vi stizzite se vi interromperanno mentre lavorate. Sappiate, invece, che state contribuendo fattivamente a ritagliarvi uno spazio. In questo spazio sappiate che i confini sono mobili e che la flessibilità è sempre pagante. A irrigidirsi ci si spezza.
2. Incombenze domestiche
Questa voce è particolarmente dura per noi donne perché mai come adesso realizziamo quanto sia sproporzionato il fardello che portiamo sulle nostre spalle nella gestione della famiglia. È una realizzazione “fisica” perché, appunto, lavoriamo nella nostra casa, il luogo in cui svolgiamo anche il lavoro domestico. C’è quindi un’unità d’azione che può sopraffarci, facendo perderci il fuoco del nostro obiettivo, ossia del tempo per sé.
Alternativa praticabile: siate consapevoli dell’importanza di cercare di condividere con il resto della famiglia quanto più si adatti a ogni persona.
A ognuno un’attività a seconda delle età e del tempo a disposizione. Questo è il momento giusto per cambiare abitudini ed educare alla condivisione. L’ho sperimentato in famiglia e, anche se devo fare sempre il vigile controllore, alla fine funziona.
Dividersi i compiti è un corollario dell’essere genitori insieme. In questo modo ottimizzate i tempi e preparate la strada per individuare quel momento in cui il tempo sarà solo vostro, sarà solo da dedicare a voi stesse. Una stanza tutta per voi, insomma. Devo comunque confessarvi un segreto. In questi mesi ho amato andare sul terrazzo condominiale per stendere i panni. La quiete, la solitudine e il profumo delle lenzuola sventolanti mi calmava e ricaricava. Ancora oggi, mi piace salire sul terrazzo e guardare dall’alto il quartiere che si anima. Ognuno si sceglie la propria stanza 🙂
3. La casa è divenuta un ambiente affollato
Alternativa possibile: per riappropriarvi del vostro tempo dovete imparare ad ascoltarvi. Quindi, a ritualizzare.
In questo caso è molto utile conoscere il proprio bioritmo. Vi insegnerà a capire quale spicchio della giornata potrete occupare con il tempo da dedicare a voi stesse. Il mio suggerimento è di alzarvi presto al mattino, in modo da avere almeno un’ora a disposizione, quando ancora la casa non è in attività. Godetevi con calma la prima colazione. Chiudete gli occhi e pensate alle possibilità che schiude la nuova giornata che si srotola davanti a voi. Leggete un libro. Guardate fuori dalla finestra, lasciatevi trasportare dalla natura che vi circonda (se vi circonda!) oppure concentratevi sul cielo. Respirate. Se invece preferite la tranquillità della notte, vale lo stesso principio della ritualizzazione: a me infatti capita di preferire la sera, perché non riesco a svegliarmi presto la mattina. Mi piace chiudere la giornata con me.
4. Quel certo atteggiamento mentale…
Quando si parla di donne e di tempo da dedicare a se stesse, sembra di suscitare l’idea che si sottragga qualcosa a qualcun altro. In più, noi donne non siamo abituate al vuoto. Dobbiamo riempirlo con cose da fare, per gli altri; non siamo più in grado di riconoscere ciò che ci fa stare bene, come riempire quel vuoto, appunto, quindi rimandiamo il confronto con questa evenienza e ci lamentiamo di avere sempre troppe cose da fare….
Alternativa praticabile: non state rubando nulla.
Ne avete bisogno e lo meritate e sarete in grado anche di donare agli altri l’energia riacquistata in questo modo. Può esservi di grande aiuto ascoltarvi, anche in questo caso. Sentire il vostri sentimenti. E da qui partite per cercare la cosa migliore da fare per dedicarvi a voi stesse. Si tratta di operare il giusto distacco, di avere voglia di ritrovarsi, appunto, in quel torno di tempo che è nostro. Solo nostro.
Proprio ai tempi del corona virus – e non solo – diventa fondamentale imparare a prendersi del tempo per sé. Non è un’impresa titanica. Bastano solo dei piccoli accorgimenti. Basta iniziare da qualche parte. Non esiste una parte giusta e una sbagliata.