[La tua Storia]. “E questo sole da New York?”


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La storia di oggi, riprodotta integralmente,
 è di Sara “The spritzy witch” che consiglia di ascoltare New York – Thegiornalisti da cui è tratto il titolo del racconto.


“E questo sole da New York?”

“Non voglio più stare con te.”

Silenzio.

“Non può essere vero”, pensai. “Quelli seduti a questo tavolo non possiamo essere noi. E le parole che sto ascoltando non possono essere reali.”

5 anni di relazione e 3 di convivenza, terminati una sera di metà marzo. Con un colpo di spugna, come una nuvola fastidiosa di passaggio. Tanti progetti, il sogno di un matrimonio, di una famiglia, di una nuova casa più grande e tanti viaggi insieme, come piaceva a noi.

L’incantesimo era spezzato. Osservavo il ragazzo che mi stava di fronte, freddo e distante, domandandomi se lo conoscessi davvero. Se fosse lo stesso che avevo amato per tutti quegli anni. Il suo gelo mandò in brandelli il mio cuore. Sogni, speranze. Mi sentivo annientata, inutile, sola.

Pensai a come sarebbe stata ora la mia vita. E’ vero, ero giovane. Ma mi sentivo immensamente vecchia, una persona consapevole che i suoi sogni non si sarebbero mai avverati.

Iniziai a piangere sommessamente. Ci scambiammo qualche altra parola, e dopo che lui si alzo per andarsene, il silenzio senza di lui fu peggiore di qualsiasi cosa ci fossimo detti. Corsi a letto a piansi per tutta la notte. Al risveglio, mi trovai un bonifico di un milione di euro sul conto corrente, due teste e una Cadillac in garage. Come dici? Non ci credi? E fai bene… perché non andò per niente così!

Facciamo un rewind

Questa è la piega che avrebbero potuto prendere gli eventi. Fortunatamente, i fatti si svolsero in maniera molto differente.

5 anni di relazione e 3 di convivenza, terminati una sera di metà marzo, e il “non voglio più stare con te”. Realtà.

Ma tu guarda sto qua oh” – pensai. “Sono io che avrei dovuto lasciare lui invece mi è toccato pure essere mollata! Come se non avessi capito tutti ‘sti mesi che ormai eravamo una causa persa! Ma che cacchio, perché mi devo sempre trascinare le cose e non ci do mai un taglio prima?!”

Silenzio.

“Che ore sono? Le 21.30. Dovevo guardare ‘La febbre del sabato sera’. Ormai me lo sono persa. Proprio oggi doveva venire e dirmi ‘ste robe? Non poteva venire ieri o domani? Però mi scoccia se ne vada così, vorrei farlo sentire un po’ in colpa, magari ora fingo di minacciare di uccidermi… no meglio di no, magari sarebbe pure soddisfatto! Toh, un messaggio! E’ la Chiara, vediamo che dice… se vado in Salento con lei a luglio?! Ma certo che sì! Aspè che le rispondo subito… e a proposito di viaggi, io e lui avevamo un viaggio programmato fra meno di un mese!”

Senti ma, e il viaggio?” gli domandai. “Ormai è tutto pagato e prenotato, magari potremmo…” andarci da amici, stavo per concludere in maniera malsana.

“Eh si, New York. Mi dispiace che non ci andrai più, so che ci tenevi.”

Colpo di scena

Rimasi a fissarlo sbalordita. L’aveva detto davvero? Il cervello mi si mise in moto a velocità supersonica. Avrei voluto tirargli un mal rovescio in faccia: come osava sentenziare quello che avrei o non avrei fatto?

La rabbia di quell’istante sarebbe stata preziosissima, ma ancora non ne ero consapevole. Ci trascinammo stancamente qualche altra frase di circostanza. Lui si alzò e se ne andò. Io me ne andai sul divano, dimenticandomi de “La febbre del sabato sera” e chattando come una forsennata con la mia amica sulla nostra vacanza in Salento (che sarebbe stata magnifica!). Non mi sentivo né triste, né sollevata, bensì serena e fiduciosa come se consapevole del naturale scorrere degli eventi.

Per molti giorni a venire, quel “…mi dispiace che non vai più a New York” sarebbe stato il centro dei miei pensieri. Domandai, mi informai, mi documentai. Cambiai idea mille volte e alla fine decisi di partire da sola, fra la sorpresa di tutti e in primis di me stessa. Il mio ex pensò che la sua quota stesse finanziando il viaggio a un misterioso accompagnatore, ma non potei che scoppiare a ridere a quell’idea. Ero troppo impegnata con l’alba di una delle storie d’amore più intense e appassionanti che conosca: Sara e i viaggi in solitaria!

Chi lo dice che la fine di qualcosa non sia l’inizio di qualcos’altro ancora migliore? Per me è andata così! Forza ragazze: ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla!