Perché un percorso per Madri e figlie adolescenti?


Ascolta “For everything” – Texas


“Cosa c’è dietro al nuovo servizio che hai lanciato qualche giorno fa Madri e figlie adolescenti?”

“Come mai hai scelto di lavorare solo con madri di femmine e non di maschi?”

“Perché non coinvolgi anche le ragazze in questo percorso e ti focalizzi solo sulle madri?”

Queste sono le domande più ricorrenti che ho ricevuto in questi giorni.

Urge una spiegazione

Credo di poter riassumere le risposte in una sola parola: la MIA mission

Che cos’è la mission? La mission è lo scopo ultimo, la giustificazione della propria esistenza come attività. In questo caso la mission della mia scelta di essere una life coach per donne.

La mia mission dichiarata qui e qui è quella di supportare le donne nel raggiungere la piena consapevolezza di sé e del loro posto nel mondo, scrollandosi di dosso tutte le convinzioni limitanti e i blocchi che ancestralmente le imprigionano. Aiutarle ad ascoltare i propri bisogni spazzando via i sensi di colpa e sentirsi centrate nella propria persona.

Nel mio piccolo. io cerco di “educare”, nel senso latino di condurre con l’esercizio, sviluppare e affinare le attitudini e la sensibilità (cit. Treccani). Educare, quindi, le donne a riconoscere il proprio valore. E cosa succede a una donna che tutti i giorni deve gestire una figlia adolescente cioè una donna in fieri ? Rivede in lei tutti i suoi errori e anche i blocchi e le convinzioni limitanti che ha vissuto e che, forse, ancora vive.

Sappiate che è successo anche a me

Io ho fatto un percorso di psicoterapia qualche anno fa e, da quando sono diventata coach, ho continuato a mettermi in discussione studiando e seguendo io stessa dei percorsi di coaching. Ma mi è capitato di trovarmi spiazzata alcune volte davanti a mia figlia di quindici anni e alla sua capacità di individuare le mie debolezze umane e farmi a pezzi. Fortunatamente mi sono venuti in aiuto tutti gli strumenti acquisiti in questi anni. Ho messo in pratica quello che ho imparato e, attualmente, la situazione è equilibrata: ho fatto un passo indietro stabilendo un rapporto di ascolto reciproco.

Il rapporto tra madre e figlia nel periodo dell’adolescenza acutizza tutte le dinamiche, sia negative che positive, già presenti nella relazione e porta allo scoperto le paure e le debolezze non del tutto risolte della madre. Questo scatena un conflitto che spesso sembra drammatico per i toni accesi e la teatralità di alcuni gesti (soprattutto da parte dell’adolescente). Come fare?

Il passo successivo è stato breve: seguire la mia mission

Io lavoro con le donne e mi è sembrato naturale proporre loro degli strumenti per affrontare la relazione con la figlia, un’altra donna quindi, cercando di lavorare sul disagio della madre e sulle sue reazioni alle provocazioni filiali.

In questo modo anche la figlia ne beneficerà, non solo nel vivere in modo più sereno (parolona?) il rapporto con la madre, ma anche individuando un modo più consapevole di essere donna.

Mi sono ritrovata a capire che la mia mission avrebbe potuto esprimersi appieno “nell’educare” anche una donna in formazione, dandole degli strumenti, tramite la madre, per conoscersi meglio e scoprire, tra sbalzi ormonali e fisiologico desiderio di emancipazione, il suo modo di stare al mondo.

Ecco cosa c’è dietro la lo studio e la creazione del percorso “Madri e figlie adolescenti

P.S. in foto la mia quindicenne in esplorazione di un sentiero sconosciuto di montagna.