Trova il tempo per fare le cose che ti rendono felice. Semplice vero?


Trova il tempo per fare le cose che ti rendono felice

Ascolta “If it makes you happy” – Sheryl Crow


La scorsa settimana, oziando tra i vari social, ho letto questo tweet:

“I’m a strong woman. Everything that’s hit me in life I’ve dealt with. I’ve cried myself to sleep & picked myself back up. I’ve grown from things meant to break me. But no matter what, I get stronger by the day”@womenworking, twitter

È un titolo, ma anche un mantra. Già perché sono parole che possono sempre sostenerci quando mettiamo in pratica il self-care, la cura del nostro sé. Prenderci cura di noi fa rima con felicità. Ogni azione umana tende alla felicità, ma, chissà come mai, prendersi cura di noi stesse è l’atto di felicità più difficile, procrastinato insabbiato e sconosciuto di sempre.

Qual è il primo passo? Fissare dei confini. Questo l’ho detto più volte e lo ribadisco: è l’atto più radicale per prenderci cura di noi. Perché?

I confini separano quello che pensi e senti da quello che pensano e sentono gli altri. I confini segnano lo spazio della propria identità, ci aiutano a riconoscerci e a capire quali sono i nostri bisogni.

Quando sappiamo quello di cui abbiamo bisogno possiamo capire come prenderci cura di noi stesse. Detta così sembra semplice, ma so, per esperienza personale che non lo è. Non è semplice, né facile.

Eppure, sebbene segnare dei confini sia abbastanza intuitivo, farli rispettare, rispettarli, diventa quasi impossibile, a volte va cosi. È questione di allenamento, di pratica. La pratica conduce alla facilità.

Ma poi…

A volte succede che ti senti carica. Positiva. Tutto chiaro e ordinato e poi? Poi nulla, semplicemente non ce la fai.  E poi, la cruda verità è che dietro alle cadute sulla via del fissare i propri confini, c’è la mancanza di autostima, perché fissare dei confini significa dire a te stessa e al mondo che sai come prenderti cura di te. Veramente.

Ecco un esempio, e non dire che non ti è mai successo

Desideri da giorni rivedere quel vecchio film che ti faceva stare tanto bene. Un motivo per trascorrere piacevolmente del tempo con te stessa, con i tuoi pensieri antichi, quelli che ti porti sempre dentro e che non riesci mai ad accarezzare. E anche per farti due coccole immergendoti nel calore del conosciuto e familiare. Fare qualcosa che ti faccia sentire felice: la felicità è taumaturgica, ricarica, si trasmette.

Ma intervengono una serie di ostacoli mentali che possiamo tradurre così.

Primo ostacolo detto anche il complesso della “persona carina”. Semplicemente, cedi il passo al richiamo atavico del senso di colpa- sei una persona carina che non vuole fare sentire male nessuno sei altruista e generosa, come fai a tracciare un linea  “invalicabile”?

In estrema sintesi: quel film non lo vedrai perché tu sai “essere” per gli altri, non per te stessa. È questo un mito da sfatare perché dobbiamo essere in grado di esprimere il nostro amore per gli altri come mezzo per esprimere noi stessi invece che come cancellino dei nostri bisogni e desideri.

Secondo ostacolo: “vorrei, ma ho da fare questo e poi quello e poi quest’altro ancora…”è l’alibi del “sono troppo impegnata per prendermi cura di me” o, meglio detto, “il tempo non basta mai o “magari avessi una giornata di 48 ore!” Strano, perché se fosse così, useremmo gli stessi schemi di sempre e 48 ore non sarebbero nuovamente sufficienti. Fissare dei confini, scoprire i propri bisogni, questo rende possibile capire cosa conta veramente cosa sia più importante fare per il nostro benessere fisico e mentale, imparare a scegliere, e quindi a impiegare il tempo, secondo delle priorità.

Terzo ostacolo: il complesso del martire: siamo nati per soffrire. La cosa da fare in questi casi è squarciare il velo della drammaticità che avvolge immancabilmente le nostre scelte quando affermiamo i nostri confini. Le cose sono più semplici di quanto sembrino. Il fatto è che “il complesso del martire” ci fa perdere di vista una grande verità: che non c’è alcunché di eroico o umile nel non affermare i nostri bisogni come se potessero, così facendo, volatilizzarsi. Sbagliato! I nostri bisogni rimangono si trasformano in rabbia e risentimento verso noi stessi e gli altri in un carosello vizioso se non diamo loro la possibilità di esprimersi.

Esistono diversi modi per superare questi ostacoli.

  1. Praticare l’autocompassione. Sempre. Comunque. Ogni volta che lasciamo che il limite venga superato. Ogni volta che pensiamo che non ce la facciamo. (Se non sai come fare leggi qui)
  2. Trovare con consapevolezza dei momenti, durante la giornata, durante i quali ci ricarichiamo e resettiamo il “sistema”. Così facendo, infatti, non solo miglioriamo la qualità del nostro tempo, ma soprattutto diventiamo più produttivi e più capaci di privilegiare quello che conta davvero.
  3. Praticare la gratitudine per quello che riceviamo. Imparare a riconoscere i nostri errori e a chiedere scusa (anche a noi stesse) e ricordare che la maggior parte delle cose che accadono, nelle relazioni con gli altri, non riguardano noi. Diventiamo consapevoli, quindi, di quello che ci appartiene.

Esercizio

Ipotizziamo che tu sia riuscita a ritagliarti del tempo per te, sai esattamente quali sono le cose che ti rendono felice? Spesso releghiamo in un promemoria mentale tutte le cose che vorremmo fare e che non abbiamo il tempo di fare e poi nei momenti di pigrizia (santa pigrizia, io le dedicherei una giornata mondiale), ci ritroviamo a scrollare i social senza risultato.

Allora prova a scrivere una lista di 10 cose che vorresti fare e che sai ti possono rendere felice, così appena riesci a mettere dei confini al tuo tempo,  sai già cosa fare. La lista, ovviamente, si aggiornerà man mano che ti vengono idee in mente.

Inizio io con sei cose che mi rendono felice

  1. Leggere gli articoli e i post salvati sulla app Evernote che richiedono una lettura lenta e approfondita
  2. Girovagare su Spotify alla ricerca di musica nuova
  3. Guardare un vecchio film (eh si l’esempio descritto prima è proprio mio)
  4. Aprire a caso un libro amato, leggerne una pagina e capire a che punto della storia mi trovo
  5. Visitare i siti di case in affitto a Salina, Isole Eolie (già a nominarla mi sento bene)
  6. Ballare da sola o con le figlie

Ora tocca a te!

P.S. E infine, se non sai proprio da dove iniziare per identificare e definire i tuoi confini, iscriviti la mio mini-corso gratuito “Come iniziare a stabilire i tuoi confini”