Cos’è l’Autocompassione?


Cos'è l'autocompassione?

Ascolta “Kindness Punk” – Lady Gaga


Hai mai sentito parlare di autocompassione?
Sei in macchina in attesa della luce verde del semaforo oppure in fila alla posta o davanti allo schermo del PC e rumini, rumini un pensiero che, in genere, si conclude con un’affermazione poco felice su te stessa. Un parlottare continuo dentro di te che ti dice – soprattutto se non hai raggiunto un obiettivo o non hai saputo fare qualcosa, o un’idea è spuntata come un fungo dopo la pioggia – “questa è un’idea stupida”, “non sei abbastanza brava”, “non funzionerà mai”. Ha inizio così quella spirale affascinante che annienta e annichilisce l’azione, piega le labbra all’ingiù e che ti fa dubitare della tua autostima, o meglio ti suggerisce che, se c’è, è sicuramente spossata.

Quelle frasi hanno un nome, sono definite negative talking, il parlarsi al negativo.  Perché di fronte a un fallimento o a una mancanza, il nostro cervello, che è progettato per sondar minacce, e quindi giocare in difesa, produce immediatamente il giudizio. Siamo esseri pensanti e tipicamente giudicanti. Noi donne, poi, si direbbe abbiamo una marcia in più nel praticare quest’arte.

Autocompassione, questa sconosciuta

Quando ci lasciamo sedurre da queste sirene malevoli non stiamo praticando nessuna forma di autocompassione, già ma che cos’è l’autocompassione?

L’autocompassione o la compassione verso se stessi è:

  • la forma più alta (e più difficile) di empatia,
  • una forma di gentilezza e benevolenza verso noi stesse,
  • il modo per riconoscere che si è umani proprio in quanto si commettono errori,
  • disporsi verso se stessi (verso i nostri pensieri e le nostre emozioni) con un atteggiamento che sospenda ogni giudizio, che non sia giudicante,
  • il modo per riconnettersi con se stesse,
  • la migliore strategia di risposta che possiamo dare a noi stesse in tempi di crisi e di incertezza, poiché significa che siamo in grado di cum-patire, cioè patire insieme a noi stesse,
  • un potente motivatore d’azione perché spazza via la critica senza appello che produce un effetto scoraggiante.

È la pratica di amore incondizionato verso se stessi

Un atteggiamento di auto-compassione alimenta la speranza, intesa come ferma convinzione che le cose andranno per il verso giusto, che ci si può rialzare ogni volta, verificare l’intensità della sbucciatura, consolarsi, medicarsi e ricominciare. Ancora e ancora.

La pratica della auto-compassione passa attraverso la riformulazione positiva del nostro pensiero giudicante e negativo, quando ci troviamo in empasse o in una situazione che ci crea disagio, che ci rende i peggiori giudici di noi stesse, come l’errore appunto.

Diventa la tua migliore amica

L’atteggiamento mentale ideale per fare questo consiste nell’immedesimazione: provate a immaginare voi stesse come se foste la vostra amica più cara o un vostro familiare. Cosa le direste, per esempio, di fronte a un galoppante senso di colpa perché si sentiva triste e, invece di scrivere le 800 parole per un post del suo blog, ha affondato il cucchiaio nel barattolo della Nutella? (sono andata sul semplice)

Come la incoraggeresti?

Ecco, fai allo stesso modo e se ancora non avete idea, allora ricorda:

  • Non giudicarti quando le cose non vanno per il verso giusto, non vanno come vorreste.
  • Trova le parole giuste per consolarti,
  • Fai quel gesto che produce un effetto benefico sulla tua mente proprio quando hai sperimentato una mancanza, un fallimento o semplicemente la tristezza o lo sconforto.

E sapendo quanto ti piacciono i test, fai questo e inizia a capire quanta compassione hai per te stessa. Fammi sapere cosa è emerso dal test, scrivimi a sabrina@sabrinaciraolo.com