Off the Wall. Il bisogno di superare le proprie paure
Ascolta: Off the Wall
Lo ammetto pubblicamente, ho lanciato il mio blog e non ho rispettato il calendario editoriale che avevo pianificato. Me tapina!
Ebbene sì, così è stato, ma devo confessare, seppur solo a mia parziale discolpa, che sono successe talmente tante cose in questo mese da farmi perdere il senso del tempo.
Eccone una.
Superare le proprie paure
Come ho anticipato in questo post, a fine aprile ho finalmente affrontato una delle mie paure: parlare in pubblico.
Chi mi conosce sa che non ho problemi nell’esprimere e condividere le mie opinioni e riflessioni con altri (anzi a volte potrei contare fino a dieci prima di parlare), ma quando si tratta di parlare davanti a un pubblico di persone che non conosco mi blocco, penso di non sapere abbastanza, di non parlare correttamente e che tutti siano lì ad aspettare che sbagli.
Ho rinunciato a importanti opportunità di visibilità a causa di questo mio limite e quindi da brava Ariete e coach ho deciso di affrontare questa cosa come si conviene al mio segno, cioè di testa. Ho deciso che il 2018 sarebbe stato l’anno del parlare in pubblico e quindi ho elaborato un piano d’azione.
- Trovare un argomento da approfondire: ho studiato le ferite dell’anima basandomi sui libri di Lise Bourbeau. Mi sono appassionata a questo argomento e l’ho arricchito con le mie esperienze personali.
- Individuare una situazione protetta in cui parlare senza sentirmi troppo a disagio e utile soprattutto a sbloccarmi: Francesca Zampone, preside di Accademia della Felicità, mi ha suggerito di “usare” come pubblico le mie compagne del Master in Coaching al femminile e così ho fatto, con loro grande piacere e condivisione.
- Raccogliere feedback costruttivi per migliorare: i commenti mi hanno fatto venire molte idee per progetti futuri.
Ho avuto timore fino al secondo prima di iniziare a parlare, ma poi l’argomento mi aveva talmente appassionata da rendermi libera.
Ecco questa è stata veramente una liberazione. Devo sicuramente migliorare alcune cose, ma ho superato un mio limite, un muro che mi separava dallo svolgere un’attività che considero importante nella mia professione di life coach, progettare e organizzare workshop, e che ora è alla mia portata.
Infine…
La foto personale in alto raffigura un pezzo del Muro di Berlino: non c’è più e ora è coperto di bellissimi disegni e vere e proprie opere d’arte, ma è sempre presente come memento di ciò che abbiamo sconfitto.